Cos’è un gioco di ruolo?

Gioco di ruolo? Di cosa si tratta?

Ogni sito sul gioco di ruolo che si rispetti ha una pagina dedicata a questo argomento, quindi valide alternative a questo articolo non mancano.
Ma se sei finito o finita qui e stai continuando a leggere hai davvero bisogno di aiuto quindi ecco la mia versione.

 

Premessa

Parleremo di gioco di ruolo cartaceo giocato intorno ad un tavolo con fogli di carta, matite , dadi e magari qualche miniatura. Non di giochi di ruolo su computer, online (mmorpg) oppure dal vivo.

GDRPG_GDR_gruppo_1

Quando l’entusiasmo si scatena … giochiamo!

Definizione

Un gioco di ruolo (GDR) è un gioco nel quale un gruppo di persone si riunisce per creare una storia e interpretarne con la fantasia i personaggi principali.

 

Spiegazione

La cosa più simile a un gioco di ruolo da usare come esempio che tutti conosciamo è il teatro, con molte similitudini e alcune fondamentali differenze.

Non c’è pubblico tranne gli altri giocatori, il regista (o narratore) è l’unico a conoscere i retroscena della storia e gli attori (i giocatori) scelgono che personaggio fare, lo creano e lo interpretano a loro discrezione anziché seguire un copione.

Quindi per riassumere i ruoli e gli strumenti di un gioco di ruolo abbiamo:

Il narratore (o regista oppure dungeon master):  la persona che conosce la trama della storia, le regole del gioco e che descriverà agli altri cosa succede mentre la storia viene giocata.

I giocatori: le persone che interpretano i protagonisti della storia

Il manuale di gioco: ovvero il volume che descrive l’ambientazione, cioè il contesto storico o fantastico in cui i protagonisti si muovono e le regole per creare i personaggi e aiutare il narratore a risolvere le situazioni che si verranno a creare durante la partita

L’avventura: la storia conosciuta solo dal narratore che i giocatori verranno a scoprire man mano che la giocano tramite i loro personaggi

Fogli, matite, dadi, miniature: tutti gli oggetti che possono aiutare i narratore e i giocatori a interpretare meglio i loro personaggi

GDRPG_dadi_foglio_matita

Attrezzatura base

Voglia di divertirsi: lo scopo di ogni gioco è quello di coinvolgere, interessare e far divertire le persone che lo giocano, GDR compresi.

Se sono riuscito a confonderti bene le idee, ottimo anzi, ma proverò lo stesso a fare chiarezza con un esempio.

Esempio

Un gruppo di persone decide di trascorrere una serata insieme giocando a un GDR.

GDRPG_GDR_gruppo_gioco_di_ruolo

Avanti a oltranza

Per prima cosa viene scelto quale tra le centinaia di GDR disponibili si vuole giocare e chi farà da narratore. E’ fondamentale che il narratore conosca bene il gioco e le sue regole e abbia pronta un’avventura.

Il narratore quindi si accerta che tutti gli altri membri del gruppo, ovvero i giocatori, abbiano ben chiara l’ambientazione, detta anche background, intorno a cui si svolge il gioco.

Ad esempio se si fosse scelto come gioco Dungeons and Dragons (D&D) il narratore ricorderebbe a tutti che si tratta di una ambientazione simile al medioevo europeo ma fantasy, ovvero dove sono reali e presenti la magia, le creature fantastiche (elfi, draghi, orchi e simili) e le divinità mitologiche.

A questo punto ogni giocatore dovrà scegliere e creare il personaggio con il quale giocherà, ovvero il suo alter ego, che sia coerente con l’ambientazione (ad esempio niente astronauti in un mondo medioevale).

Tutti i giochi presentano una serie di suggerimenti per la creazione dei personaggi. Ad esempio D&D presenta quattro tipologie di professioni: il combattente (barbaro, guerriero, ranger o paladino), il mistico (sacerdote, monaco o druido), l’utilizzatore di magia (mago, stregone o warlock) o il girovago (ladro o bardo) e una serie di razze (umani, elfi, nani, halfling, gnomi, mezz’elfi o mezz’orchi).

Combinando queste due caratteristiche (chiamate classe e razza) e definendo le caratteristiche mentali, fisiche, le sue capacità e conoscenze  il giocatore finisce di creare il proprio personaggio.

A questo punto il narratore inizia a narrare la storia, descrivendo ai giocatori dove si trovano, chi è presente e cosa sta succedendo e i giocatori decidono e dichiarano come si comportano i loro personaggi in quel contesto.

Esempio di partita

Narratore parlando ai giocatori: siete un piccolo gruppo di mercenari che stanno scortando una carovana di commercianti. E’ il tramonto di una lunga, calda e stancante giornata e state entrando un villaggio.
Sperate di potervi fermare per la notte quando notate che il posto è stranamente tranquillo, anzi sembra proprio deserto, cosa fate?

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La strada è libera, tranquilli.

Giocatore 1, guerriero: Faccio cenno alla carovana di fermarsi e avanzo da solo per vedere cosa succede

Giocatore 2, ladro: Mi unisco a lui mentre entra nel villaggio, magari conosco il posto.

Narratore al giocare 2: effettivamente ti è capitato di passare di qui altre volte e hai sempre visto gente in giro.

Giocatore 2: mi dirigo dove so esserci una taverna per vedere cosa succede invitando il guerriero a seguirmi.

Giocatrice 3, maga: mentre rimango con la carovana mi guardo intorno per vedere se c’è qualcosa di strano.

Narratore: in effetti noti alcune colonne di fumo in lontananza in direzione dei campi coltivati, cosa fai?

E così via.

 

Giocare una avventura

Il narratore sa cosa sta succedendo nella storia ma non sa cosa faranno i giocatori, quindi descrive cosa accade intorno ai personaggi e adatta il flusso della storia alle loro azioni, che potrebbero anche stravolgere la trama iniziale e portare l’avventura a una conclusione completamente diversa da quella prevista.

Lo scopo delle regole del gioco consiste nel permettere al narratore e ai giocatori di intuire in anticipo le possibilità che ha il loro personaggio di riuscire in una certa azione o avere una certa conoscenza.

In caso di dubbio per simulare il caso i regolamenti indicano dei sistemi, di solito tramite l’uso di dadi a varie facce, per decidere se una azione è riuscita o meno.

Nell’esempio sopra quando la giocatrice che interpreta la maga ha dichiarato che si guardava intorno il narratore poteva decidere quale risposta dare oppure fare tirare alla giocatrice un dado che unito alle caratteristiche del personaggio (tipo: attenta osservatrice) aveva una certa possibilità di riuscire o fallire.

Ad esempio tirare un dado a 20 facce e se si fa 9 o più come risultato l’azione di osservare riesce altrimenti fallisce.

 

Conclusione

Un GDR (in inglese RPG, Role Playing Game) è un gioco dove il concetto di vittoria è relativo in quanto ogni giocatore può avere degli obiettivi diversi dagli altri.

In generale si considera vittoria del gruppo (quindi di tutti) quando al termine di una avventura si è capito cosa stava succedendo e si è riusciti a portare la storia a una conclusione soddisfacente per tutti.

E ovviamente se ci si è divertiti nel farlo.

Un GDR permette alle persone di dare sfogo alle loro capacità recitative, interpretative, sociali e intellettive affrontando e superando le sfide che l’avventura mette loro davanti, come succede ai protagonisti di un romanzo o in un film.

Permette anche di abusare di patatine, bibite, birre e biscotti durante le partite.

Una avventura può durare una sola serata o essere giocata partita dopo partita per settimane, mesi o anche  anni.

Mentre si gioca si sviluppano le caratteristiche del proprio personaggio, sia come interpretazione che come capacità e molto spesso anche le proprie.