Come progettare una campagna – seconda parte

Progettare una campagna – varianti e conclusioni

Completiamo la panoramica sui vari tipi di campagna. Se vuoi puoi leggere la prima parte.

 

Una trama da scoprire

Questa situazione è apparentemente simile alla “Storia divisa in capitoli” vista nella prima parte ma ha profonde differenze.

Una storia può essere semplice e diretta rimanendo interessante (liberare la principessa rapita dal drago) anche perché spesso le storie si basano sugli archetipi ma quando si focalizza una compagna sulla trama bisogna prevedere e inserire una serie di colpi di scena, avvenimenti imprevisti, tradimenti e simili per tenere agganciato l’interesse dei giocatori.

GDRPG Cluedo star wars campagna

E’ stato C3-PO con una spada laser nella sala motori.

Usare però una sola trama rischia di rendere la campagna “piatta”, ovvero tutto quello che succede è legato alla trama e come tale viene intuito e interpretato dai giocatori.

Si rischia insomma di far perdere profondità all’ambientazione.

Conviene definire, anche in maniera abbozzata, diverse trame e avvenimenti che si muovono simultaneamente rispetto a quella principale vista dai giocatori e inserirle o farle percepire in momenti diversi della campagna.

Questo rende l’ambientazione realistica, ovvero non tutto l’universo ruota intorno alle azioni dei personaggi ma il mondo va avanti anche dove loro non ci sono.

Nell’articolo “Scrivere una storia e una avventura”  ho inserito come esempio una storia fantasy ambientata in un regno di nome Gugdish abitato pacificamente da umani e orchi. Questo regno entra in un periodo di caos a causa di una guerra civile causata da agenti di un regno elfico rivale.

Questo è un buon esempio di campagna con trama, visto che c’è una situazione iniziale (pace) disturbata da alcuni aventi che sfocia in una guerra civile di cui bisogna scoprire il fomentatore e le sue motiviazioni.

Ma considerando solo questo abbiamo una campagna lineare in cui ogni evento (avventura) è legato alla storia.

Vediamo come pensare diverse trame simultanee per rendere più realistica l’ambientazione senza presentarle direttamente ai giocatori se non per vaghe allusioni.

Esempio

Trama principale per le avventure dei giocatori: guerra civile nel regno fomentata dall’ambasciatore di un regno rivale.

Trama parallela, qualche volta incontrata dai giocatori: dei non morti molto potenti (vampiri, lich, spettri) stanno cercando di usare il caos creato dalla guerra per guadagnare potere sul regno. Iniziano quindi a utilizzare le zone devastate e l’abbondanza di morti per creare eserciti, influenzare la politica del regno e così via

Trama superiore:  guerra tra gli dei. Avevo inserito nell’esempio di avventura una divinità per il regno, Skadi, il dio delle terre e delle montagne. Sempre prendendo il pantheon nordico potremmo prendere Hel, dea del mondo sotterraneo, come promotrice di tutte le disgrazie del regno di Gugdish. Ovvero i suoi agenti potrebbero avere influenzato la mente dell’ambasciatore che sta fomentando la guerra civile, sarebbe lei a consigliare e aiutare i non morti della trama parallela e così via. Di questa cosa i giocatori non dorebbero sapere o scoprire nulla ma conoscerla aiuta in narratore a gestire eventi, imprevisti o progettare le avventure avendo chiare le motivazioni dei PNG.

GDRPG Thor_vs_loki

Guerra tra Dei? Sono proprio originale.

Riassumendo

La campagna dei giocatori è incentrata sulla guerra civile e la maggior parte delle loro avventure ruotano intorno al difendere il regno, scoprire chi lo mette in pericolo e smascherarlo. Il loro avversario principale (l’ambasciatore) prima o poi li noterà e proverà a ostacolarli o eliminarli.

Ogni tanto i personaggi si troverebbero ad avere a che fare con dei non morti molto ben organizzati, che sembrano seguire un loro piano ma che sostanzialmente li ignorano. Potrebbero incontrarli più volte in diverse avventure o sentire notizie di “eserciti di non morti” o dell’avvistamento di “vampiri a corte”. Succede qualcosa altrove nel mondo ma i personaggi non possono prenderne parte.

Infine potrebbero trovare qua e la vaghe tracce di Hel, magari una percentuale stranamente alta dei suoi chierici tra gli avversari, oppure un suo simbolo su un undead sconfitto ecce cc. Piccole cose che gli facciano intravedere una trama ancora più vasta a cui loro però non hanno accesso.

Insomma intrecciare più trame anche se una sola sarebbe centrale per i giocatori.

Se poi si volesse iniziare una seconda campagna sullo stesso mondo con un diverso gruppo di giocatori sarebbe praticamente già pronta, basterebbe usare la trama dei non morti e far sentire loro ogni tanto notizie sulla guerra civile e uno strano gruppo di eroi che la combatte.

 

Un modo per far crescere i personaggi

Questo tipo di campagna è incentrata sui personaggi, quindi conoscerli in anticipo è molto utile. Se si vuole fare una campagna generica bisogna quanto meno far inserire diversi elementi nel background dei personaggi alla loro creazione.

Bisogna anche decidere cosa si intende come “crescita”.

Se ci riferiamo alla sola “potenza” dei personaggi (livelli, poteri o punteggi) allora le avventure possono avere un ritmo serrato e svolgersi in breve tempo.

In questo caso le avventure possono essere scelte o scritte abbastanza liberamente e senza grandi collegamenti, non stiamo esplorando un gioco o una ambientazione ma vogliamo usare tutti gli antagonisti possibili, dal più scarso al più forte e permettere ai personaggi di guadagnare potere, ricchezza e influenza sul loro mondo.

Se invece per crescita pensiamo alla storia, ruolo/influenza nella ambientazione e motivazioni possiamo anche preparare delle avventure distanziate tra di loro negli anni, dando modo così ai personaggi di svilupparsi e crescere in maniera credibile e di avere una influenza profonda sul mondo intorno a loro.

GDRPG campagna mass effect

Una volta qui era tutta campagna

Per questo tipo di esperienza di gioco le avventure andrebbero scelte in modo da incentrarle a turno intorno a uno dei personaggi e alle sue ambizioni visto che è molto difficile dare la giusta attenzione a tutti in ogni avventura.

Ovviamente i giocatori devono essere d’accordo a fungere da comprimari a turno per dare a tutti l’opportunità di sviluppare la propria storia. Se ci sono dei protagonisti compulsivi in gruppo che trasformano ogni avventura nella “loro” storia è meglio evitare.

 

Quello che ottengo alla fine di una serie di avventure

In questo caso sono già state fatte giocare una serie di avventure senza nessuna storia a legarle o motivazione specifica e in retrospettiva le vogliamo considerare una campagna.

Non è mai troppo tardi per trasformare una sequenza di avventure casuali in una campagna. Anche dopo 5 o 10 avventure possiamo organizzare una campagna coerente, basta usare almeno una delle tematiche viste prima (ambientazione, storia, trama o personaggi) e cominciare a usare nelle avventure future quando è stato già visto prima come luoghi, situazioni o avversari.

Ovvero facendoli diventare ricorrenti.

Prendi una avventura che è piaciuta a tutti e immagina come l’ambiente possa essersi evoluto da allora, specialmente grazie alle azioni fatte dei personaggi, e riporta i giocatori a vedere le conseguenze delle loro azioni.

In breve i giocatori cominceranno a individuare dei segni di continuità e a riconoscere gli elementi di una campagna progettata.

 

Conclusioni

Anche se ho diviso l’articolo in diversi tipi di campagne nulla vieta di combinarle tra loro.
Si può unire l’esplorazione sistematica di una ambientazione con la storia o la trama con la crescita dei personaggi e così via.

Le cose possono anche cambiare durante la campagna. Si inizia esplorando una ambientazione e intanto al narratore viene l’idea per una o più trame e si finisce concentrandosi sui personaggi.

Fantasia e coraggio da parte del narratore rendono bella qualunque avventura. O campagna.

Come progettare una campagna – prima parte

Progettare una campagna – introduzione

Che cos’è una campagna in un gioco di ruolo? Quale definizione ti è venuta in mente leggendo il titolo di questo articolo? Quale delle seguenti definizioni ti sembra più adatta?

  • Decidere/preparare una sequenza di avventure generiche nella stessa ambientazione
  • Una storia divisa un vari capitoli
  • Una trama da scoprire un po’ alla volta
  • Un modo per far crescere i personaggi
  • Quello che ottengo alla fine di una serie di avventure

Non esiste la scelta “giusta”,  tutto dipende dal contesto, dalle premesse, dai gusti personali del narratore e dai giocatori.
In base alle necessità si può scegliere l’approccio più adatto.

Si possono usare avventure singole o intere campagne già scritte, dagli “Adventure Path” di Pathfinder a “The Great Pendragon Campaign” di Pendragon, oppure scrivere le singole avventure.

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Oltre 80 anni consecutivi di avventure

Molto spesso si possono mescolare le due cose.

Per ogni tipo di campagna e modo di prepararla si possono usare delle strategie per migliorare l’esperienza e il divertimento di tutti, vediamone qualcuna.

 

Premessa

E’ molto diverso progettare una campagna per dei giocatori/personaggi o prepararne una generica per usi futuri.

Nel primo caso conviene tarare la campagna su di loro, nel secondo caso vanno tenute conto il maggior numero possibile di situazioni.

 

Sequenza di avventure generiche

In questo caso il fulcro della campagna è il gioco stesso e l’ambientazione in cui vuoi giocare. Le avventure sono lo strumento per far esplorare ai giocatori il gioco o l’ambientazione e come tali vanno decise e inserite. Conviene scegliere o scrivere avventure molto diverse tra di loro in modo da massimizzare l’esperienza di gioco.

Se si conoscono in anticipo i giocatori o meglio ancora i personaggi vale la pena decidere luoghi e tematiche su di loro, considerando caratteristiche, background e cosa gli piace fare. In questo modo si può preparare una campagna completa.

Conviene anticipare delle informazioni, tramite i background dei personaggi, in questo modo al momento in cui si farà una certa l’avventura si renderà tutto più naturale. Meglio però non anticipare solo le cose che poi avranno importanza nella campagna per evitare di essere prevedibili.

Ad esempio per un giocatore sapere che il personaggio proviene da una certa zona, che ha famiglia in un certo luogo oppure che ha fatto parte di un certo gruppo/organizzazione può bastare per avere in futuro uno spunto per partecipare a una storia. Questo potrebbe evitare il solito araldo che cerca i soliti eroi nella solita taverna.

Se i giocatori/personaggi non sono già noti conviene scegliere un numero limitato di avventure cardine e la loro sequenza lasciandosi liberi di inserirne di nuove in mezzo in base a come si evolvono le cose.

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Di cosa parla? Un click sull’immagine e lo scoprirete

Anche con questo approccio è utile annotarsi alcuni elementi da inserire poi nei background dei giocatori per quando saranno creati come visto sopra.

In entrambi i casi conviene inserire fin da subito degli elementi delle future avventure nelle descrizioni.

Se ci sarà una avventura che coinvolge una particolare razza o gruppo sociale, oppure certe tematiche od oggetti inserirli con naturalezza in anticipo aiuta sia a trovare ispirazione quando c’è da fare delle descrizioni che a inserire elementi utili alla partita. Questo aiuta a inserire le informazioni  senza doversi trovare a condensare tutto a inizio avventura.

Esempio

Gioco fantasy. Si è deciso di inserire più avanti nella campagna una avventura ambientata in una locazione raggiungibile solo via mare abitata da una razza di nome “Kuei”.

Si può inserire una comunità di questa razza nella zona dove iniziano i personaggi e proporli ogni tanto come negozianti, guardie o semplici profughi nelle descrizioni.

Inserendo qualche informazione tipo “non è facile contrattare con il negoziante Kuei in quanto come tutti i membri della sua razza è molto orgoglioso e ostinato.  Hai un malus di X al tuo tiro” anticipa delle informazioni che aiutano a definire la razza e che serviranno quando saranno il fulcro di una avventura senza che sia troppo ovvio per i giocatori.

Infine far ottenere ai giocatori una nave (per scommessa, come bottino, come background)  completerà i preparativi senza destare sospetti.

Tutto questo serve ad evitare la classica valanga di informazioni che vanno date ai giocatori quando vengono spostati di colpo in una zona sconosciuta o in una situazione mai esplorata prima e aggiungono un senso di continuità alle storie.

 

Storia divisa in vari capitoli

Lo scopo della campagna in questo caso è raccontare una storia. Le avventure sono il mezzo per farlo.

Conoscere in anticipo i personaggi è meno utile del caso precedente ma bisogna seminare con più cura gli indizi nei background e nelle descrizioni iniziali in modo da massimizzare l’effetto sorpresa quando verranno usati in partita.

Serve preparare bene i personaggi non giocanti poiché sono il mezzo migliore per far arrivare le informazioni sulla storia ai personaggi senza doverla spiegare direttamente ai giocatori, cosa che toglie molta atmosfera.

La scelta delle avventure diventa più vincolata in quanto devono essere congrue alla storia e spesso vanno scritte espressamente per la campagna oppure occorre lavorare molto per adattare quelle esistenti.

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Una campagna come si deve

Conviene quindi riutilizzare spesso le stesse locazioni (dalla taverna alla città) in modo da ridurre il carico di lavoro nella stesura delle avventure e simultaneamente familiarizzare i giocatori con posti e PNG in modo da ridurre le spiegazioni e farli concentrare sulla storia.

Se si vuole focalizzare l’attenzione su una storia conviene far muovere i personaggi in un ristretto numero di luoghi da far conoscere bene ai giocatori in modo da evitare distrazioni.

 

A breve la seconda e ultima parte dell’articolo.

Come scrivere una storia e una avventura – terza parte

Scrivere una storia e una avventura – Antagonisti e partite

Ed eccoci arrivati alla parte finale di questo articolo sulle storie e le avventure. Seguendo i link trovi la prima parte e la seconda parte.
Ora basta creare antagonisti, alleati e luoghi e il gioco è fatto.

 

Preparare antagonisti credibili

Gli antagonisti sono il fulcro di ogni storia. Avversari realistici e capaci sono la sfida più avvincente di ogni storia. Evitando le caricature però, ovvero il solito avversario stupido e crudele oppure il genio infallibile che vede tutto e prevede tutto.

Quello che caratterizza gli antagonisti plausibili sono gli obiettivi e le motivazioni. Ricordiamoci soprattutto che nessuno vede se stesso come il cattivo della storia. Ognuno si vede come chi fa la cosa giusta e migliore possibile, magari rammaricandosi dei malaugurati “danni collaterali”.

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Antagonisti credibili e inaspettati

Ad esempio nella storia creata fino ad ora c’è da decidere chi sia questo “ambasciatore elfico” che sta lavorando per la distruzione del regno di Gugdish.

Diamogli un nome dal solito sito, Principe Ladore Elmithir, e un titolo, ambasciatore del regno di Amonduin.

Obiettivo: impedire che l’alleanza tra orchi e umani arrivi a minacciare l’esistenza del suo regno con la sua costante espansione.

Motivazioni: Fare la cosa giusta (salvare il suo regno), Fomentare disordini (per indebolire Gugdish), Niente testimoni (Per evitare che il suo regno sia implicato), Sacrificare tutto e tutti al suo obiettivo (compreso se stesso se necessario).

Risorse: creature sotterranee o acquatiche, religioni antiche che stanno venendo soppiantate dal nuovo Dio, mercanti scontenti delle nuove leggi promulgati dal re o anche militari espansionisti verso il regno nanico al nord.

Possiamo aggiungere qualche nota, tipo Diplomatico Affascinante e Appassionato di Musica

Non è detto che i giocatori lo incontreranno subito, o potrebbero anche non incontrarlo mai ma per il narratore diventa molto più facile immaginare come potrebbe reagire Ladore se i suoi piani venissero minacciati.

 

Preparare luoghi e personaggi non giocanti interessanti

Anche se non appariscenti come gli antagonisti i personaggi non giocanti (PNG) e i luoghi con cui interagiscono i giocatori danno a ogni avventura un senso di realismo e profondità, in particolare se sono ricorrenti. Dal taverniere al siniscalco, dal villaggio sperduto alla locanda dare un nome, una breve descrizione e un tratto caratteristico inventato al momento rendono ogni incontro unico.

E’ sempre bene scriversi poi quello che si inventa visto che regolarmente, a distanza i anni, i giocatori vogliono tornare nel dato locale a parlare con Fred, il cameriere simpatico, di cui come narratore non ricordi nulla.

Queste situazioni, che possiamo paragonare ai set delle serie televisive, permettono poi al narratore di far percepire i cambiamenti e le conseguenze delle azioni ai giocatori.

Se nella prima avventura i personaggi dovessero salvare un anonimo conducente di carro al narratore converrebbe far scoprire loro nelle avventure seguenti che si è fidanzato con la cameriera della taverna dove si erano fermati a dormire, fare poi ricevere ai personaggi l’invito al matrimonio della coppia e così via.  Piccoli avvenimenti distribuiti lungo la storia. In questo modo, quando il villaggio sarà in pericolo, i personaggi saranno motivati a salvarlo. E se dovesse essere distrutto dai loro avversari l’impatto sarà molto più vivido di un semplice “il nemico avanza”.

La stessa cosa vale per i luoghi, (vedere cambiare e crescere nel tempo) o per le organizzazioni. Ad esempio questa chiesa unificatrice da quale divinità è composta? Potrebbe andare bene Skadi, il dio delle terre e delle montagne della mitologia nordica che si trova a pagina 299 del player handbook di D&D 5° edizione. Come si comportano i suoi chierici? Ci sono religioni rivali?

 

Evitare le situazioni inalterabili

E’ sempre meglio evitare di affezionarsi troppo alla propria storia visto che i nostri amati giocatori riusciranno a stravolgerla in maniera veramente creativa dalla prima sessione.

Conviene usare la storia come un timer che fa accadere degli eventi intorno ai personaggi nel caso in cui  stessero perdendo tempo o fossero fuori strada ma senza chiudersi in scelte obbligate. E’ qui che il lavoro fatto sui PNG diventa utile anche se non sono ancora noti ai giocatori. In che modo reagirebbe l’ambasciatore alla notizia che la sua imboscata tanto accuratamente preparata è stata rovinata da un gruppo di passanti?

Cercherebbe vendetta? Altererebbe i suoi piani? Cercherebbe di usare la cosa a suo vantaggio?

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Calma, dignità e classe.

Tutti noi vogliamo avere un impatto sulla storia che i nostri personaggi stanno vivendo. Sentire che a prescindere dai nostri sforzi la storia prosegue inalterata, tipo essere un sasso tirato in un fiume, demotiva praticamente chiunque. Anche se sarebbe più realistico.

Ma se sto interpretando un elfo mago in un regno fantasy forse sto cercando qualche cosa di diverso dalla realtà quotidiana.

Che si tratti di far arrivare sana e salva una carovana di profughi o di salvare un intero regno a tutti piace vedere che le nostre azioni cambiano qualcosa, fosse anche finire con una sconfitta epica, piuttosto che essere semplicemente ininfluenti e ignorati.

 

E l’avventura?

Finita di definire la storia manca ancora l’avventura. Ma con il materiale preparato per la storia diventa molto facile. Una volta deciso il livello di partenza dei personaggi (o l’equivalente del gioco in preparazione) e gli eventuali gusti dei giocatori basta rileggere quanto deciso per trovare idee a tema.

Ad esempio per avventure di basso livello si potrebbero scortare dei profughi al sicuro da una zona di combattimento o essere assunti per difendere un tempio in pericolo.
Per avventure di medio livello scoprire chi sta fomentando i disordini nella nuova capitale (religione rivale, militari?) oppure scortare una flotta di soccorso da un regno alleato.
Per avventure di alto livello proteggere il re che recentemente ha subito attentati, difendere la famiglia reale dopo la morte del sovrano o compiere una missione extraplanare per avere informazioni su cosa stia succedendo.

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Avventure da saccheggiare

Inoltre ricordiamoci sempre quanto sia facile inserire elementi presi da altre avventure nelle nostre. Ci sono centinaia di città e locazioni fantasy già descritte a cui basta cambiare il nome. Stessa cosa per mappe di piccole zone che possono facilmente venire inserite. Ci sono anche molti siti dove i narratori hanno caricato le loro avventure. L’ho fatto anche io nella sezione Download.

In pratica basta impiegare 10-15 minuti prima per ideare avventure interessanti, coerenti e facili da gestire nel corso delle partite.

 

Ciao e buon gioco

Come scrivere una storia e una avventura – seconda parte

Scrivere una storia e una avventura – Elementi e quadro generale

Continuiamo a vedere alcune strategie possibili quando si tratta di scrivere una storia e una avventura. Se te la sei persa leggi la prima parte.

Il punto chiave secondo me rimane nell’avere in mente prima una storia, che deve funzionare anche senza i personaggi, e da questa preparare un avventura. A volte le due cose coincidono, a volte dalla storia è possibile ricavare decine di avventure diverse. Senza la storia l’avventura non è altro che una serie di incontri casuali senza senso.

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L’avete mai giocata?

Definire gli elementi della storia

Conviene avere un’idea dell’atmosfera generale del posto dove si muoveranno i personaggi. Questo è molto utile quando i giocatori vorranno parlare con persone incontrate casualmente o per descrivere la sensazione che si prova entrando in una taverna o camminando per le strade di un villaggio appena incontrato.

Dall’ambientazione immaginata nella prima parte possiamo decidere che la situazione tra la gente sia:

Paranoia: il tradimento potrebbe essere ovunque. Non fidarsi di nessuno.

Paura: la guerra è imminente, come ci salveremo?

Ricordiamoci però che a prescindere dalla situazione la gente spera sempre che le cose andranno meglio, quindi inseriamo anche una nota positiva. Visto che l’unica cosa che hanno in comune le popolazioni umane ed orche è la religione e che questa sia sotto attacco (altari dissacrati) la nota positiva potrebbe essere:

Speranza: gli Dei ci salveranno se avremo fede in loro.

Abbiamo quindi un mix di Paranoia (tradimento), Paura (guerra) e Speranza (Dei) da usare. Dove ho giù visto questa combinazione?

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L’attacco degli sbadigli

 

 

Definire il quadro generale

Quando si inseriscono elementi in una storia è sempre meglio inserirne almeno due, possibilmente in conflitto o almeno in antitesi. Un regno tutto pianura è noioso. Un regno con diversi elementi (montagne/pianure/coste/mare/fiumi) è più interessante. Stessa cosa per le società, le usanze e i sistemi economici. Quando si vuole inserire un elemento vale sempre la pena inserirne un secondo, opposto, da qualche parte.

Ad esempio nell’immaginare la possibile ambientazione avevo inserito degli elementi (orchi in zona mineraria, umani in zona agricola/costiera), un sistema di governo (regno con re mezz’orco) e un regno elfico.

Basta aggiungere qualche dettaglio a caso mantenendo una certa logica, tipo montagne con orchi a Nord, pianure mare a sud, regno elfico a Ovest e regno nanico generico ancora più a nord, diversi fiumi che scendono dalle montagne e sono usati per il commercio dei minerali.  Possiamo immaginare una grande città in mezzo alle montagne, magari l’ex capitale. Una nuova capitale in pianura non troppo lontana dal mare e un porto. Visto che un posto che abbia tutto non esiste inseriamo un elemento mancante, niente foreste rimaste.

I nomi sono fondamentali, ci aiutano tantissimo a immaginare le cose.

Alcuni nomi potrebbero essere di origine orca (regno, montagne, ex capitale, fiume principale) e altri umana (nuova capitale, porto, mare) in modo da creare una tangibile differenza.

Ci sono diversi siti online che generano nomi o luoghi fantasy, come questo  o questo dedicato proprio agli orchi.

Avremo quindi il regno di Gugdish, le montagne Kraarbag in cui sorge l’antica città di Vigdish e da cui ha origine il fiume Braag. A sud la nuova capitale Athana con il re Rurag, il porto di Tirsol che si affaccia sul mare Corter. Magari nel mix mettiamo il regno elfico di Amonduin.

Circa 30 secondi girando sui tre siti detti sopra.

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Quello che trovi in rete è fenomenale

Non esagerare con la preparazione dei dettagli

A questo punto è saggio fermarsi perché tanto non sappiamo veramente dove andranno i nostri giocatori. Descrivere nel dettaglio un posto e vedere i giocatori ignorarlo è molto frustrante per il narratore e porta al rischio di creare situazioni obbligate che fanno innervosire i giocatori. Una volta decisa la storia diventa facile aggiungere man mano i dettagli necessari. Il nome dei familiari del re, quali gilde esistono alla capitale e quanto è pescoso il mare verranno definiti se e quando saranno utili all’avventura in corso.

Fine della seconda parte. Continua nella terza parte.

Come scrivere una storia e una avventura – prima parte

Come scrivere una storia e una avventura

Esistono diversi modi per scrivere una storia e ricavarci una avventura interessante. Io non li conosco ma posso dirvi come lo faccio io così potete andare per esclusione.

Tutto ciò che segue in questo articolo è frutto di esperienza maturata in anni e anni di game mastering, feedback dei giocatori e bruttissime figure.

Jar Jar storia

Me grandissssima idea

Può esserti utile leggere anche l’articolo sulle tipologie delle storie.

Premessa: quando immagino una storia per ricavarci una avventura io non cerco di indovinare cosa faranno i giocatori, tanto è impossibile. La mia tecnica consiste nell’ideare una storia senza i giocatori, ovvero decidere cosa sta succedendo e come andranno a finire le cose senza l’intervento dei personaggi, e poi vedere come il mio gruppo di psicotici cleptomani maniaci omicidi medio riesce a stravolgere il tutto.

 

“In search of inspiration”, che in italiano significa “E adesso cosa cavolo mi invento?”

L’ispirazione può arrivare in molti modi. Leggendo o guardando un film. Giocando oppure sentendo il racconto di una partita giocata da altri. Anche semplicemente passeggiando. Quasi sempre è una singola idea o situazione, da cui si può costruire una storia. A volte è una trama dettagliata che va poi tradotta in situazioni.

Quello che conta è salvare l’idea quando arriva (scriverla) per cominciare a lavorarci.

Ma se l’idea non viene e ne serve una velocemente visto che qualcuno ha avuto la brillante idea di dire:

Dai facci giocare a qualcosa stasera!

Che cosa si può fare?

Effetti della mia storia

Un buon successo

Quando sono in fase di ricerca di idee ma tutto quello che riesco a contemplare sono i cespugli che rotolano nella mia scatola cranica io comincio a dire termini a caso che abbiano senso con l’ambientazione. Ad esempio mi serve un’idea per una avventura fantasy tipo D&D quindi comincio a dirmi: “spade, divinità, elfi, regni, guerra civile, orchi, drago, altari …”  e così via fino a che non vengo colpito una serie di parole che mi sembrano interessanti, che magari non ho mai usato prima, per costruirci una storia.

Ad esempio “guerra civile, orchi, altari”.

Possono bastare tre o quattro parola per iniziare. Non ho ancora in mente la storia, ho solo degli elementi interessanti. E adesso?

 

Considerare i gusti dei giocatori, dei personaggi e le proprie inclinazioni

Una volta trovati gli argomenti conviene vedere se l’avventura che si cerca è dedicata a un gruppo di persone di cui si conoscono i gusti oppure no. Ci sono tre possibili scenari:

Niente giocatori: in questo caso conviene pensare a una storia che contenga diverse situazioni (combattimento, investigazione, dilemmi morali, indovinelli, tradimenti e così via) e magari un paio di archetipi. Meglio rimanere su tematiche che piacciono su cui è più facile lavorare.

Giocatori noti ma senza personaggi: che tipo di storia preferisce il gruppo? Sono orientati al combattimento. Apprezzano le trame contorte? Vogliono situazioni chiare, tipo bene contro male, o sono più interessati dalle zone di confine?

Personaggi pronti: che gruppo sono? Combattenti? Tecnologici o maghi? Cittadini o esploratori? I loro background offrono degli appigli?

In base alla situazione aggiungo un paio di parole al gruppo in formazione. Ad esempio, nel caso di un gruppo di giocatori che predilige le avventure di azione, posso aggiungere “battaglia”, “imboscata” e qualcosa di diverso, tipo “una spia”.

The Gamers

The Gamers – bellissmo

Uscire dagli schemi

Una volta decisi quali sono gli elementi chiave della partita dobbiamo decidere come collegarli.

Ad esempio se come elementi ci sono “un re, sua figlia la principessa, un cavaliere, un drago e un tesoro” l’avventura più classica (e prevedibile) che viene in mente è:

La principessa è stata rapita dal drago e il re chiede al cavaliere di liberarla. Dopo avere ucciso il drago il cavaliere ottiene la principessa e il tesoro del drago. Fine.

Ma con un approccio diverso l’avventura può diventare:

La principessa ha rapito il cavaliere e chiede al suo amante, il drago, il suo tesoro come riscatto.
Lo scopo della principessa è armare un esercito (con i soldi del drago) e detronizzare il re.

Stessi elementi ma la trama è abbastanza originale per sorprendere e interessare i giocatori.

Tornando al nostro esempio abbiamo ““guerra civile, orchi, altari, battaglia, imboscata, una spia”.

Scartando la trama facile “c’è una guerra civile in un regno e gli orchi, avvisati da una spia, ne approfittano per invaderlo e distruggerne i luoghi sacri, segue battaglia” cerchiamo delle situazioni originali.

Umani e orchi convivono pacificamente da tempo in un regno, uniti da una religione comune. Gli orchi controllano una zona mineraria e sono ricchi, gli umani vivono da alcuni decenni nella zona costiera e sono contadini/pescatori poveri. Il re è un mezz’orco. Una spia al soldo di un regno straniero (elfico?) sobilla una guerra civile facendo dissacrare gli altari delle due specie e facendo uccidere il re in una imboscata, fino a scatenare la battaglia tra i due popoli.

Non è ancora una avventura e non è neppure una storia completa ma è un’inizio.

Cosa succederà inserendo i giocatori all’inizio dei tumulti?

Fine della prima parte. Continua nella seconda parte.

Le tipologie delle storie

Gli archetipi delle storie

Tutti abbiamo sentito raccontare le storie classiche, le favole dei fratelli Grimm o di Esopo, le storie di Omero o di Shakespeare. Oppure ricordiamo le trame dei film che abbiamo visto al cinema o alla televisione.

E’ però interessante notare che tutte queste storie, che ci raccontiamo l’un l’altro dall’alba dei tempi, si possono riassumere in  7 archetipi.

Se l’argomento ti dovesse interessare puoi leggere questo libro di Christopher Booker (grazie Andrea per la segnalazione)

 

Vincere il mostro

C’è un cattivo che deve essere sconfitto alla conclusione di una serie di avventure. Le fasi sono sempre scoprire che esiste, scoprire chi è, trovarlo e batterlo. Quasi sempre si tratta di una vittoria del bene sul male (ovviamente la propria definizione di “bene” e “male”).
Normalmente il buono della storia parte svantaggiato, sfigato e nei casi peggiori di primo livello ma nonostante tutto alla fine trionfa.

Strahd von Zarovich

Perchè non luccico?

A volte il cattivo è intelligente e preparato, altre volte è stupido e incompetente (e ti domandi come abbia fatto a uscire vivo dall’asilo) ma alla fine perde sempre. Mai uno che abbia letto la Evil Overlord List.

 

Ascesa al successo

Non importa che tu sia un povero terzogenito che eredita un gatto parlante, un bastardo che scopre essere figlio dell’imperatore precedente  o un contadino su un pianeta sperduto in una galassia lontana lontana.
In queste storie si parte poverelli, meschini e tapini (tipo un primo livello, forse l’ho già detto) e si arriva a dominare il regno, un pianeta o una galassia.

Conan il barbaro

Conan l’arrampicatore sociale

Inserire profezie a piacere, voglie sulla pelle o poteri straordinari, mescolare (non agitare) e la storia è servita.
PS: non dimenticate i compagni buffi

 

La ricerca

Bisogna trovare qualcosa di perduto, scomparso, dimenticato e difficile da raggiungere. Può essere un oggetto, un luogo o una persona. Un gruppo di improbabili eroi (di infimo livello, tipo il primo) finisce casualmente per intraprendere detta ricerca. E ci sono degli ostacoli! E dei nemici. E un anello per ghermirli e nel buio incatenarli.

Indiana Jones e il Graal

Indiana Graal

Ma alla fine di mille peripezie i nostri eroi arrivano a raggiungere l’obiettivo della loro ricerca, normalmente all’ultimo minuto possibile, che si rivela sempre essere proprio quello che gli serviva per risolvere i loro problemi.

 

Viaggio e ritorno

Una storia apparentemente banale che si trasforma in un lungo viaggio di esplorazione, una vera e propria odissea (ammicco ammicco) che porta i protagonisti a conoscere luoghi bellissimi o terribili, a  capire meglio se stessi,  a una lenta crescita emotiva e spirituale (e di livello) che si conclude con il sospirato ritorno a casa dove puoi bere the, mangiare una torta e bullarti con gli amici rimasti a casa del tuo tesoro sottratto a un drago.

Drago con tesoro

Quel tesoro del drago

Non esistono in queste storie immigrazione illegale, violazione di domicilio, appropriazione indebita e omicidio premeditato, tutto è dovuto agli eroi e tutto si giustifica e si perdona.

 

Rinascita

Ti sei ritirato deluso dalla vita su un pianeta desertico?  Eri un eroe buono buonino ma sei decaduto fino a diventare un cattivo asmatico? Sei un contrabbandiere cinico e disilluso con il migliore amico affetto da esuberanza tricologica?

Succede qualcosa di catastrofico oppure arriva qualcuno in cerca di aiuto (generalmente di basso livello) e questo ti porterà in una serie di disgrazie a catena che ti costringeranno a mettere in discussione te stesso, la tua filosofia di vita, le tue scelte e a intraprendere una travagliata esperienza  che ti porterà a rinnovarti, a cambiare i tuoi punti di vista (e il tuo piano telefonico) e diventare una persona migliore.

Darth Vader

Odio la sabbia

Se sei il protagonista potresti anche sopravvivere, altrimenti ti sacrifichi per il bene degli altri. Ma farsi i ca//i propri in pace mai, vero?

 

Tragedia

Dai Greci a Shakespeare  la tragedia non passa mai di moda. Da Romeo e Giulietta alla nazionale di calcio la storia parte male e dopo una lunga serie di aventi sfortunati finisce peggio. Che tu sia il cattivo che si redime (e muore), il buono che cerca vendetta per la sua famiglia (e muore) o l’eroe incompreso ma coraggioso fino alla fine (indovina) la morte in zona obiettivo è assicurata.

D&D quarta edizione

D&D quarta edizione

A volte appena prima di raggiungere l’obiettivo, più spesso subito dopo avere trionfato (ed essere passati di livello), si schiatta alla grande.

 

Commedia

Una tragedia dove non muore nessuno. Con colossali equivoci, brutte figure a raffica, doppi sensi involontari.
Ma essendo i protagonisti persone simpatiche, spiritose e allegre (un basso quoziente intellettivo e di livello aiuta) il finale felice e gioioso è assicurato, insieme a tante risate. Queste sono le storie più difficili da scrivere senza scadere nel volgare o nel ridicolo.

Iron Man 3

Iron Man 3mendo

Le storie sono rilassate e rilassanti e devono trovare uno spunto comprensibile e divertente per tutti.

Conclusione

Provate a pensare al vostro film preferito e contate quanti di questi archetipi sono stati usati.

Fatto? Ne contiene almeno tre?  Probabile.

Quando si scrive una avventura è buona norma ricordarsi di questi archetipi e inserirne almeno un paio, per il semplice fatto che sono qualcosa che tutti conosciamo (archetipi per l’appunto) e che se ritrovati nella storia che stiamo giocando la rendono istintivamente credibile.

Avventura aperta o chiusa?

Avventura aperta o chiusa: come decidere

Quando si sta progettando una avventura capita spesso di dovere decidere se ci saranno delle parti obbligatorie (tipo: cadete in una imboscata e vi catturano tutti) oppure se i giocatori saranno liberi di seguire gli avvenimenti come preferiscono.

Entrambe le soluzioni hanno pregi e difetti. L’avventura chiusa permette sia al narratore che ai giocatori di focalizzarsi sulla trama e di raggiungere la soluzione in tempi ragionevoli con il rischio però di sentirsi obbligati a fare scelte o a subire situazioni che possono non essere di gradimento dei giocatori o dei personaggi. L’avventura aperta permette grande libertà di scelta ma è difficile da gestire per il narratore e rischia di diventare noiosa o frustrante per i giocatori se si valuta male la situazione e si finisce nel posto sbagliato.

Vediamo alcune strategie per il narratore per gestire al meglio le situazioni

Avventura chiuse

 

 

Un buon modo per mantenere sotto controllo l’esuberanza dei giocatori consiste nel metterli in situazioni obbligate. Tipo a bordo di una nave in mezzo al mare, in una fortezza sotto assedio o in una stazione spaziale in orbita senza navette di salvataggio. Questo permette sia al narratore che ai giocatori di focalizzarsi senza rischiare che una “geniale” intuizione di un giocatore sposti tutti in un posto mai immaginato dal narratore.

E’ però molto facile irritare i propri giocatori frustrando le loro idee visto che una certa cosa “deve” succedere. Ad esempio

Narratore: Entrate nel corridoio quando una rete cade dal soffitto e vi avvolge, catturandovi!
Giocatore 1: il mio personaggio usa una carica dell’anello di libera azione e si divincola.
Narratore: pensa: “azz me lo ero dimenticato” dice: “mentre ti liberi vieni parallizato da un raggio violetto che parte da un arazzo sulla parete”.
Giocatore 1: ma sono immune alla paralisi.
Narratore: ma questa è una paralisi speciale che ha effetto lo stesso.
Giocatore 1 sfogliando il manuale delle regole: ma qui dice che ignoro qualunque forma di paralisi.
Narratore: è una paralisi extraplanare che quindi ignora le restrizioni.
Giocatore 1: Mah … se lo dici tu …
Giocatore 2: ma io ho lanciato “Nullificare idee improvvisate massimizzato” prima di entrare e gli effetti extraplanari non si applicano a noi.
Narratore: ma la rete che vi ha avvolto dispede automaticamente gli effetti magici.
ecc ecc ecc

queste situazioni sarebbero da evitare. In un caso del genere è meglio prevedere una trappola sensata e vedere poi se si catturano i giocatori oppure se si liberano, gestendo la situazione che si viene a creare senza inserire forzature. Se proprio la situazione richiede una scelta obbligata (tipo l’essere catturati) conviene dirlo direttamente ai giocatori, magari dando un premio al giocatore che si sarebbe liberato lo stesso piuttosto che rischiare litigate inutili con ore di discussione sulle regole o atteggiamenti tipo “lo decido io” che servono solo a creare malumori.

Le storie si creano e si vivono insieme quindi è meglio parlare, cosa che non indebolisce lo status di narratore, piuttosto che litigare.

Avventura aperta

 

Deserto dei barbari

Eppure sono sicuro che passeranno di qui, aspettiamo un altro giorno.

Ci sono dei casi in cui i narratori vengono decisamente colti di sorpresa dalle intuizioni dei giocatori.

Viene trovato sulla scena del crimine un fazzoletto con le iniziali di uno dei sospettati? Ovviamente bisogna andare ad indagare nella città dove fabbricano i fazzoletti.
Un’orda di goblin sta marciando sulla città ignara a due ore di cavallo? I giocatori partono verso le montagne per far sciogliere i ghiacciai e inondare i goblin prima che arrivino.
Incontrano il comandante dell’astronave, eroe di guerra, scienziato illuminato, prossimo presidente della galassia e santo? E’ sicuramente il colpevole da rapire e far confessare.

In questi casi bisogna intervenire discretamente per riportare i giocatori nella trama senza azioni troppo plateali.

La discrezione nel fornire indizi è essenziale

Basta far incontrare un PNG noto con qualche indizio o inserire una micro storia da mezza serata, tipo assistera ad una rapina, in cui la damigella che si aiuta si rivela essere casualmente la figlia di qualcuno che ha le informazioni necessarie.

Per concludere

Quello che crea un clima positivo è permettere ai giocatori di esprimere le loro idee e di sviluppare i loro personaggi, guadagnando il successo nelle loro azioni senza opprimerli con scelte vincolate ma anche senza rendere inutile il loro contributo con troppi aiuti.

Alla fine siamo seduti intorno al tavolo per divertirci tutti.